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"E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14)
Omelia del Giorno di Natale, 25 Dicembre 2016 "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14)   Qui c'è un verbo, "abitare", che letteralmente si dice "piantare una tenda". Come può una tenda esser la dimora della gloria? Come può Dio aver mostrato la sua gloria ponendo […]

Omelia del Giorno di Natale, 25 Dicembre 2016

"E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14)

 

Qui c'è un verbo, "abitare", che letteralmente si dice "piantare una tenda". Come può una tenda esser la dimora della gloria? Come può Dio aver mostrato la sua gloria ponendo una tenda in mezzo agli uomini? Ponendo questa tenda, dice il vangelo, abbiamo visto la sua gloria.

In ebraico la parola gloria si dice con la stessa parola con cui si dice "peso", cioè presenza effettiva, reale, realtà presente. Realizzarsi della presenza di Dio.
Questo abitare di Dio tra gli uomini è realizzare la sua presenza tra gli uomini. Si realizza nel sostare in questa realtà.
Si realizza nel fermarsi in questa storia.

Il Natale è il desiderio di Dio di sostare nella nostra vita. Dio realizza la sua
presenza proprio là dove siamo. Sostare, per Dio, significa venire a piantare la tenda a casa mia, in quelle difficoltà che sto vivendo io.

Forse il desiderio più forte che serpeggia nelle nostre menti è quello di tagliare la corda di fronte alle cose che vanno male, avere una fuga dalla realtà. Spesso accade che quando siamo delusi vogliamo cambiare aria, entrare in un mondo parallelo, ideale a volte. La tentazione che tutti noi abbiamo è di scappare dalle cose che non vanno. Perché è come quando si fa un'escursione in tenda: mentre la fai, con i disagi che ha, ti viene da pensare che sarebbe stato meglio farne a meno! Quest'estate ho fatto un'escursione di 3 giorni dormendo due notti in tenda, eravamo in 4, ed eravamo anche in alta quota. Faceva un freddo cane, è stato un problema portarsi via tutto, montare la tenda, smontarla, sopportare il freddo...

Mentre sei dentro alle difficoltà, vorresti essere altrove, vorresti non esser finito in quella situazione. Ma è in quelle situazioni che possiamo fare esperienza della Sua gloria. Che possiamo percepire la Sua presenza.

Per me è il primo Natale in cui confesso, e mi accorgo che tante persone, non sono l'unico, hanno il desiderio di qualche fuga ogni tanto. Ma noto sempre più che è lì, nelle avversità, che Dio pianta una tenda che non si potrà togliere, stabile, i cui picchetti che la rendono inamovibile hanno la stessa sostanza dei chiodi che verranno piantati sui Suoi polsi il Venerdì Santo. Questa è la sua gloria, venne ad abitare in mezzo a noi.

A uno che aveva una storia complicatissima, mentre usciva dal confessionale ho chiesto "e adesso come stai?" e lui ha risposto "io 'sto in un mare di fango..ma almeno adesso c'è un po' di luce"...ecco il vangelo di oggi!

Chi vive l'amarezza di un legame spezzato, chi è preoccupato per il lavoro, chi sta andando fuori di testa per dei figli disgraziati, per tutti loro oggi il vangelo dice che la gloria di Dio è proprio la Sua presenza di fianco a loro. La presenza di Dio è con loro. Lui riesce a sostare con loro, sa stare con loro, sa restare con loro. Non sono abbandonati, non siamo abbandonati, la gloria di Dio, la presenza effettiva di Dio è con noi.

 

Dio venuto ad abitare da te, a sostare con te, e la sua gloria è la sua presenza con te. Bisogna solo crederci. E viverlo. C'è una gioia più grande di questa? c'è un'altra fonte di gioia che non sia sapere che Dio sosta e prende dimora nella tua vita, senza scappare? Non è l'euforia della vita facile, ma è la felicità di sentirsi amati.

C'è un proverbio in Kenya che dice "welcome, reality": "benvenuta, realtà" e lo dicono riferendosi a quando qualcosa rompe le nostre
illusioni e ci fa entrare nella realtà di quello che stiamo attraversando. Ecco, è nella realtà che possiamo scorgere la tenda che Dio ha posto tra noi, il peso, la gloria, la sua presenza, il suo voler sostare, resistere tra di noi. Può anche essere piccolo questo bambino, ma non è invisibile.

Dio ha piantato la sua tenda, le sue tracce non si tolgono più. E anche questa felicità di sapere che Dio non è al di là un muro invisibilee invalicabile è l'unica grande gioia che nessuno potrà mai toglierci.


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