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Castità, cosa fare in pratica
Amore e castità sono in contrasto? Come si fa, nel concreto, a vivere un fidanzamento casto? Ecco tre consigli pratici per affrontare il tema nella coppia e vivere in pienezza l'amore.

Quando si parla di castità nel fidanzamento, bisogna tener conto di una grande verità: è praticamente impossibile restare impassibili di fronte all’attrazione fisica che si prova per l’altro, e soffocare la fisicità non sarebbe nemmeno sano (e non è richiesto dalla Chiesa) perché l’amore tra un uomo e una donna cresce anche attraverso gesti di tenerezza, concretezza, passione.

Ma quindi cosa si deve fare per vivere un fidanzamento casto? Esistono dei limiti da non oltrepassare? Proviamo a rispondere con tre consigli pratici per vivere la castità nella relazione di coppia.


1. Qual è il limite da non oltrepassare?

Il primo consiglio è: non cercate di fare una lista di “sì” e di “no”. Certo, non sempre è facile capire “dove sta il limite”, e sarebbe molto più comodo sapere esattamente quali sono i gesti e i comportamenti con la spunta verde o la spunta rossa. Il tuo corpo e il tuo cuore, però, lo sanno benissimo. Tu sai già, nella tua sensibilità e nei segnali che il tuo corpo ti manda, dove sta la linea rossa tra il sentirsi amati e il sentirsi usati, qual è la differenza tra l’esprimere amore e l’usare l’altro per ricercare un piacere per soddisfare il proprio desiderio, quando è il momento di dire "basta, fermati".

Più che una lista di regole, forse ciò che serve è ricordare questo: castità è imparare gradualmente ad amare totalmente. Ad esempio, se doni il tuo corpo all’altro, ma ancora non sai se te la senti di aprire un mutuo con lui, allora c’è qualcosa che non va. 

Per questo motivo si parla di gradualità: l’espressione dell’affettività cambia in base a quanta intimità si crea a livello psicologico e spirituale e la pienezza dell’amore, soprattutto per i cristiani, avviene nel momento in cui si diventa una sola carne nel matrimonio e si vive per la prima volta l’unione fisica completa del dono sessuale. Ecco il “limite”: tutto ciò che porta il corpo ad essere effettivamente pronto per al rapporto sessuale (i cosiddetti “preliminari”). Se poi sai già che non farete l’amore, spingersi al limite può essere controproducente, perché lo scopo non è l’unione totale ma, appunto, il raggiungimento di un certo grado di piacere. Umano, ma che può ferire e farti domandare “è amore o egoismo?”.


2. Il fidanzamento casto non è una lunga convivenza

Proprio perché la castità si nutre di verità e di gradualità, il secondo consiglio è “non perdere tempo”. Un aspetto positivo della castità è che accorcia i tempi: se scegli di vivere l’amore nella libertà e nella verità, non hai bisogno di decenni per capire se ciò che vivi è amore o dipendenza affettiva, se l’altro ti ama davvero e se tu stai amando davvero.

Non c’è la “scusa” del sesso, cioè quella sorta di dipendenza affettiva che ti tiene bloccato in una relazione soddisfacente dal punto di vista fisico, ma che fa acqua da tutte le parti appena si inizia a parlare di matrimonio, di valori, di scelte, di differenze di vedute. Perché se una certa cultura ci dice che si può fare l’amore con chiunque e il mattino dopo andarsene come se nulla fosse, la psicologia ci insegna che l’atto sessuale (e l’intimità fisica in generale) crea un legame psicologico tra i due, può provocare delle ferite, può trasformarsi in dipendenza e in bisogno di stare ancora di più con l’altro.

Insomma, se quando si è innamorati non si capisce più niente, quando si è legati a livello sessuale si rischia di capire ancora meno: non c’è quella lucidità e soprattutto quella libertà di troncare una storia, per il proprio bene e per il bene dell’altro.

Ecco perché un buon cammino di fidanzamento inizia con il dirsi “cosa desidero costruire con te”, e prosegue nel verificare ogni giorno se questo sogno, questo desiderio di amore sono davvero realizzabili con la persona che stai amando o se vi state prendendo in giro. Il fidanzamento casto è un fidanzamento breve, perché va dritto al punto: voglio amarti e voglio amarti per sempre, imparando gradualmente a donarmi a te in modo completo e definitivo. Se vivendo la castità ti accorgi che la ami, anzi che la ami anche di più e in modo più sincero, senza doppi fini e libero da dipendenze affettive, allora cosa aspetti a sposarla per poterle esprimere tutto il tuo amore e sperimentare la concretezza di un amore davvero fecondo?


3. E quindi da dove inizio? 

Da soli si fa poco. Se la castità è un cammino che tutti possono intraprendere, questo non significa che sia un cammino facile. Anzi. Richiede impegno, volontà e anche fatica, perché la castità coinvolge non solo l’aspetto fisico, ma tutta la persona e tutta la sua capacità di amare.

Ecco perché è bene non chiudersi in se stessi, nella coppia, basandosi solo sulle proprie forze o deprimendosi di fronte all’ennesima caduta (che ci sarà, è garantito), ma farsi aiutare da un padre spirituale, una guida, una coppia di sposi o di amici che possa ascoltare, incoraggiare, aiutare a fare chiarezza. Se siete credenti, arriva in aiuto anche la preghiera di coppia, che é l’esperienza dell’amore per eccellenza, di quell’amore più grande di tutti, quello che perdona e spera nel bene dell’altro, quello di chi arriva a donare la vita.

D’altra parte, amare per sempre significa dirsi che l’amore non avrà fine di fronte alle cadute, alle debolezze, al peccato, alla malattia, alla morte stessa. Ti sposo perché sono disposto a morire per te, per questo solo a te decido di donare il mio corpo e la mia vita. 


E se stiamo insieme da un po’, ma abbiamo deciso solo ora di vivere un fidanzamento casto? Può sembrare difficile, quasi impossibile, ma non lo è: non è mai troppo tardi per cambiare strada, non è mai troppo tardi per scegliere qualcosa che ci sembra “il meglio” per noi e per la nostra relazione. Anzi, sarebbe da pazzi non provarci, solo perché ci sembra troppo complicato.

Il primo passo da fare, ovviamente, è parlarne insieme, perché sia chiaro che la scelta coinvolge entrambi, richiede l’impegno di entrambi, è fatta per il bene di entrambi. Il secondo passo è perdonarsi, per non essere soffocati dai sensi di colpa, dalle ferite, dalla convinzione di aver sbagliato qualcosa: se le esperienze che facciamo ci cambiano e ci formano nel bene e nel male, essere liberi significa avere il coraggio di rinascere e ripartire proprio da ciò che abbiamo vissuto. Il terzo passo è scoprire insieme (e accompagnati da qualcuno) la bellezza di fiorire nell’amore, la bellezza di attendersi, la bellezza di prepararsi a fare all’altro il dono di nozze più bello e più sacro di tutti: io mi dono a te, tu ti doni a me. Stavolta per davvero, stavolta per sempre.


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