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COME UNA BREZZA LEGGERA
di Elisabetta Tognolli Stamattina mi sono svegliata scocciata. Tre sveglie, ognuna a distanza di un quarto d’ora dall’altra, la testa piena delle cose da fare, mi alzo svogliata e sbuffo. Sbuffo mentre mi lavo la faccia, sbuffo mentre verso l’acqua nella tazza, sbuffo mentre mi siedo. Qualche giorno fa mi sono distrutta un ginocchio e […]

di Elisabetta Tognolli

Stamattina mi sono svegliata scocciata.

Tre sveglie, ognuna a distanza di un quarto d’ora dall’altra, la testa piena delle cose da fare, mi alzo svogliata e sbuffo. Sbuffo mentre mi lavo la faccia, sbuffo mentre verso l’acqua nella tazza, sbuffo mentre mi siedo. Qualche giorno fa mi sono distrutta un ginocchio e mi da ancora fastidio. Sbuffo. Che fatica vivere.

Vivo in uno studentato e sono le 8.30 di sabato mattina, ergo non c’è nessuno in giro a parte me che mi sono alzata presto perché devo tornare a casa, dai miei. Amo i miei genitori e i miei fratelli, voglio bene anche ai miei coinquilini ma stamattina avrei solo voglia di tornare a letto e nascondermi da tutto e tutti.

Vado a sedermi nella cappellina, Emmaus, ma sono ancora mezza addormentata e mi imbambolo davanti al Santissimo senza riuscire a concentrarmi.

Fa troppo caldo, l’ambiente è piccolo e surriscaldato, quindi apro una finestra. Oggi è l’ultimo giorno della novena che sto dicendo e man mano che la recito l’aria si rinfresca. Nel momento in cui la finisco ho le guance che pizzicano per il freddo e la testa sgombra. Anche il cuore si è alleggerito, non mi sento più oppressa, non ho più voglia di sbuffare.
La valigia è pronta, i libri sono nella borsa, posso fermarmi ancora un momento.

Vivo una fede fatta di alti e bassi eppure sempre di più mi accorgo che quando sono in fase di “bassi”, il Signore arriva come una brezza leggera, proprio come l’aria che stamattina mi ha fatto svegliare, e piano piano, delicatamente mi riporta accanto a Lui.

E ci riesce sempre, anche quando in Emmaus non entrerei di mia volontà nemmeno per sbaglio! In quei momenti non mi resta altro da fare che inginocchiarmi e dire “Mi arrendo”, perché è così faticoso tirare avanti rifiutando il Suo sostegno.

Oggi ho reso grazie per tante cose: il poter stare in silenzio ogni tanto, l’affetto delle coinquiline, gli amici che hanno fatto 80 km in più per accompagnarmi a casa, i miei genitori, mia sorella che prepara i tortellini per il pranzo di Natale... perché io lo so che Lui conosce il mio bisogno di tenerezza. Ecco perché mi fa questi regali!

...E siccome mi piace segnare le mie giornate con una canzone, lascio alcune righe da quella di oggi:

“Meraviglioso Dio, facendoti umile mi hai mostrato la vita,
mi hai sollevata dall’oscurità alla luce.
Nonostante i mio orgoglio e i miei errori,
catturata nel Tuo infinito abbraccio mi ritrovo qui,
in ginocchio circondata dalla Tua Grazia, come una valanga.
Nulla può eguagliare questo Amore


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