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A scuola di speranza, con Maria
Guardando la croce, con Maria, possiamo scoprire il mistero di un amore che dona se stesso, un amore che non è lontano dalle nostre croci

di Emanuela Avesani

“Venite dietro a me” [Mt 4,19]

Dio ci chiama sempre alla Sua sequela, a crescere, ad andare verso di Lui, a convertirci continuamente. Chiedendoci di seguirLo, Gesù, ci indica la strada che dobbiamo percorrere per arrivare al cuore di Dio.

Nel tempo della Quaresima e della Pasqua la liturgia ci ha accompagnato, come ogni anno, in questo cammino di conversione del cuore. Ha iniziato portandoci per 40 giorni nel deserto, ci ha fatto fare esperienza dell’amore “fino alla fine” [Gv 13,1] dal quale si trae la forza per affrontare i restanti passi: la tribolazione, la prova, l’accoglienza della croce, la morte per poi arrivare alla Resurrezione, alla vita Vera.

Nella prova - “la mia anima è triste fino alla morte” [Mt 26,38] - Gesù ci chiama a stare con Lui. Ci desidera lì accanto a farGli compagnia, per condividere con Lui questo momento, per confortarLo. Gesù, il vero Dio, si mostra in quel momento più che mai vero uomo. Soffre e cerca i Suoi.

Siamo l’oggetto del Suo amore, quelli per i quali dona la Sua vita e ci chiede di stare lì. Serve da parte nostra un atto di coraggio per rispondere positivamente a questa Sua richiesta, per stare nella Sua sofferenza –che è la nostra- senza ribellarsi ma abbandonandosi totalmente all'amore e alla fedeltà di Dio. “Restate qui” [Mt 26,28], restate con me, e vedrete la Grazia sgorgare dalle mie ferite, dalle vostre. Restate qui e troverete la Vita. Restate fino alla croce, restate nel sepolcro. Restate e vedrete la Resurrezione, mia e vostra.

E dobbiamo davvero credere a queste parole. Credere che dopo la fatica, la sofferenza, il dolore ci sarà anche per noi la vita. Ma soprattutto credere anche il Signore li trasforma, li trasfigura ora. Trasfigura noi in quelle prove, se le affrontiamo con Lui, e trasfigura le prove, perché iniziamo a vederle come una preziosa occasione di conversione.

Le piccole sofferenze offerte e vissute con Gesù prendono tutto un altro sapore. Un sapore dolce, direi. Sembra una pazzia ma è così. Ed è veramente dolce perché, nella sofferenza ci uniamo più intimamente a Lui, sentiamo – in minima parte – quello che ha sentito, siamo con Lui sulla croce. E quale posto più dolce di quello? Quale posto può farci contemplare meglio il Suo folle amore per noi? Quale posto ci permette di uscire da noi stessi per aprirci al mistero del Suo amore? Quale altro posto ci può mettere in discussione a tal punto da lasciare tutto per seguirLo?

Chiediamo a Gesù un posto ai Suoi piedi, ai suoi piedi trafitti per amore nostro. Iniziamo a desiderare un posto sotto la croce, dal quale possiamo contemplare in modo perfetto il Suo amore. O forse è Lui che desidera noi lì? Che ci chiede di stare lì per insegnarci ad amare?

Il Signore ci chiede di non perdere le occasioni di incontro con Lui, che nelle nostre croci, nelle nostre fatiche quotidiane, nelle piccole e grandi sofferenze della vita trovano un ambiente privilegiato. Incontriamolo lì, perché “Le grazie del Signore non sono finite, [...], si rinnovano ogni mattina.” [Lam 3,22-23]. Non finiscono con la morte, non rimangono chiuse per sempre in un sepolcro.

Se, come Maria, abbiamo il coraggio di attendere con speranza la fine del Sabato Santo, quando veramente tutto sembra finito, quando arriva la morte, quando la presenza di Dio ci sembra davvero lontana, allora vedremo il Cristo! Allora anche la nostra fede sarà risorta perché quell'esperienza lascia un segno. E come i discepoli di Emmaus potremo riconoscere Gesù nelle situazioni di ogni giorno, nei gesti quotidiani di un fratello o nelle parole di chi ci sta accanto. Lo riconosceremo non con gli occhi del corpo ma con quelli del cuore, perché lo sentiremo ardere della sua amorevole presenza [cfr. Lc 24,32].

Diciamo questo Sì, insieme a Maria. Lei che per prima ha avuto il coraggio di accogliere le incomprensibili e apparentemente illogiche proposte di Dio. Lei che è rimasta ferma nella speranza durante il silenzio del Sabato Santo. Stiamo alla scuola di Maria, per arrivare con lei al cuore di Dio.


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