Avete presente l'episodio del Vangelo in cui Gesù guarisce il lebbroso e poi gli dice di non dire nulla a nessuno?

Ci sarebbe da domandarsi se poi Gesù si sia effettivamente arrabbiato con il lebbroso, che invece è corso subito a gridare ai quattro venti quello che gli era successo. Insomma, gli ha disobbedito, visto che il comando era un altro (“Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro”).

Il Vangelo non ci dice se Gesù sia rimasto contrariato da questo atto di disobbedienza. Però, forse, anche no. Ma non perchė Gesù è buono, non si arrabbia mai (chiedete ai venditori nel tempio, tanto per dire), ma perché quello che è capitato al lebbroso tocca nel profondo le radici della fede. 

Cioė, il lebbroso ha capito benissimo chi è Gesù: “puoi guarirmi”, gli dice. Ed è vero, perchè Gesù ė veramente Colui che può guarire, che può dare senso all’esistenza, Colui che può mettere mano alla nostra vita e cambiarla.

E quindi, Gesù capisce benissimo che quello che prova il lebbroso è difficile da tenere per sè, perchė quello che ha ricevuto, da Lui stesso, non ė un gesto di bontá o di pietà o di tenerezza (poverino, ci verrebbe magari da pensare), ma è la conseguenza dell’atto di fede dell’(ex) lebbroso, che ha incontrato il Signore della vita.

Sarebbe interessante chiederci, nel caso non fossimo gioiosi nel testimoniare il nostro incontro con Gesù, il nostro rapporto con Dio, se dipenda dal fatto che non crediamo che proprio Lui possa cambiarci la vita. Insomma, qual è la temperatura della nostra fede, perchè forse alle volte sentiamo di essere un po’ freddini nei confronti di Gesù. Boh... domande.

Perchè se ci crediamo, se lo vogliamo, Lui non ha che una sola risposta: “Lo voglio!”.