Dal Vangelo di Luca (2, 12)
Lo riconoscerete così: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia.
“Io lo guardo e Gesù mi parla. Lo guardo: tutto sparisce intorno, rimane Gesù, luce radiosa che entra nell’anima” (Beato Alberto Marvelli)
Alberto è stato definito un “santo del quotidiano”: impegnato nella società, nella cultura, nella politica, nella Chiesa. Sempre con lo sguardo rivolto a Dio. E l’Avvento che viviamo, anche se è una piccola finestra straordinaria nel calendario, ti chiede di vivere un’attesa quotidiana.
Ogni anno, io mi ritrovo a chiedermi come fare per accogliere Gesù in mezzo alle mille cose da fare, ai mille preparativi per le feste. Il rischio, a volte, è quello di vivere il Natale come un periodo passeggero, come se in tutti gli altri giorni della mia vita non fosse necessario fare spazio a Dio. Invece lo riconoscerete così, dice l’angelo ai pastori: vedrete un bambino, in fasce, in una mangiatoia. Niente di più semplice e niente di più bello. Niente di più quotidiano, perché Dio non aspetta Natale per nascere in te, ma ti sceglie ogni giorno come sua casa.
Mi chiedo: Come sto vivendo l’attesa del Natale? Sono disposto a credere e a vivere in tutti i giorni dell’anno quella fede quotidiana che si alimenta ogni giorno della mia relazione vera e bellissima con Dio?
Un impegno concreto: Rileggi la frase di Alberto, e falla tua. Approfitta di questo giorno per sperimentare la presenza quotidiana di Gesù nella tua vita, magari scegliendo di vivere la confessione, o partecipando alla Messa, o fermandoti in preghiera. Per qualche istante, tutto sparisce intorno a te, solo Gesù viene ad abitare la tua anima.