di Sara Manzardo, founder Corxiii
La Chiesa ha bisogno di influencer?
In questi giorni abbiamo lanciato un sondaggio nelle stories di Instagram di Corxiii, chiedendo chi fosse l’influencer cattolico più amato e seguito dagli under 35.
In mezzo ad alcuni nomi di cantanti e giovani sacerdoti attivi sui social, qualcuno ci ha fatto notare che un cristiano non deve mostrare se stesso, ma fare da tramite al messaggio di Cristo. Che se ci penso è vero, eppure…
Eppure quando io ed Emanuele abbiamo aperto il blog, tre anni fa, abbiamo voluto fare nostra una frase molto bella di una grande donna, Gianna Beretta Molla. Dice così: “nostro compito è rendere la verità visibile nella nostra persona, rendere la verità amabile, offrendo di noi stessi un esempio attraente e , se possibile, eroico.”
Questa donna è diventata santa non perché ha predicato e raccontato Dio a parole, ma perché con il suo esempio e la sua vita concreta ha reso visibile Cristo nel suo modo di vivere, nelle sue scelte, nel suo corpo, fino a dare la vita per la vita che portava nel grembo. Dopo di lei, negli anni, tante madri hanno voluto prendere esempio e hanno seguito la sua scelta di mettere al primo posto la vita dei propri figli rischiando la propria, facendo scelte coraggiose e importanti.
E questo, nella storia del Cristianesimo, è successo un sacco di volte: ogni volta che un santo ha imitato Cristo nell’amore, un sacco di persone lo hanno seguito, accogliendo il suo carisma particolare, cercando di seguire il suo esempio e il suo stile di vita.
Perché una cosa è che qualcuno ti parli del coraggio e dell’importanza di vivere la fede, altra cosa è che qualcuno lo faccia sul serio e ti dimostri che è possibile fare scelte coraggiose. Che si può vivere il Vangelo, che si può imitare Cristo fino in fondo.
Insomma, i santi sono forse i veri influencer della Chiesa. Certo, non promuovono un brand o un prodotto. Promuovono Cristo e il suo Vangelo. Eppure indossando l’abito della fede, della speranza e della carità, stanno attenti a curare l’estetica dell’anima fino a distinguersi in mezzo agli altri e a diventare così attraenti da “influenzare” chi ha sete di Dio e vuole farne esperienza concreta.
Quindi la risposta è sì. La Chiesa, oggi, più che di teologi ha bisogno di influencer. O meglio, ha bisogno di santi influencer, e anche di influencer santi, con lo smartphone e un profilo instagram, perchè no?
La Chiesa ha bisogno di giovani controcorrente, di sposi bellissimi e innamorati, di uomini e donne pieni di Spirito Santo che vivono la loro vocazione con il sorriso. Perché la teoria è come le fondamenta, ma la pratica è quella che fa muovere l’anima.
“Il dire soltanto non trascina, ma il far vedere, sì!”, – diceva sempre la nostra influencer santa che citavo prima.
E un giovane è costantemente in ricerca di un esempio attraente e coraggioso che magari in famiglia gli è mancato, di qualcuno che lo faccia sognare e gli mostri la strada, che gli mostri che si può essere cattolici e felici, credenti e attraenti.
Tocca a noi, innamorati di Dio, prendere in mano la situazione: se da una parte c’è il rischio di montarsi la testa in modo narcisistico, mostrando solo se stessi e crogiolandosi nei like, dall’altra c’è il pericolo di nascondersi, pensando che il Vangelo si annunci da solo o tramite lettere anonime. L’una e l’altra sono strade che non portano alla meta, atteggiamenti che non servono a nulla nell’evangelizzazione.
Facciamo come i santi: alleniamoci ad essere noi stessi, a ricercare la Verità e a renderla visibile e concreta nella nostra persona, nel nostro modo di pensare e di parlare, e anche nel nostro corpo.
E non abbiamo paura di mostrarci alle persone che incontriamo, online e offline. In mezzo a tanti influencer che pubblicizzano marche e stili di vita mainstream, possono esserci influencer santi.
Una missione per tutti, se ci pensi. Essere sale e lievito, risplendere con un astro in mezzo alle tenebre, riflettere la luce di Dio non come un semplice specchio, ma come solo tu puoi fare, con i tuoi talenti e la tua testimonianza, unica e diversa da qualsiasi altra.
Tu, con il tuo nome e la tua storia di innamorato Dio, puoi essere allo stesso tempo il messaggero e il messaggio del suo Amore per ogni uomo e per ogni donna.