di Sara Manzardo

Carità, preghiera e digiuno sono i tre pilastri della quaresima, ma anche le basi per fare il Bene, per stare dalla parte del Bene.

La carità è prendersi cura dell'altro, perdere tempo per l'altro, donarsi per amore/caritas di chi, nella sua povertà materiale o nella sua fragilità, ci ricorda il dono di Cristo in croce.

Il digiuno è prendersi cura di se stessi, eliminando almeno per un po' ciò che sembra indispensabile ma che invece ci rende più deboli, più schiavi, più insoddisfatti.

E la preghiera è ciò che ci permette di ricondurre questo bene a Dio, che ci riporta con i piedi (o con le ginocchia) per terra nel momento in cui iniziamo a diventare autoreferenziali nel fare il bene, desiderosi di ricevere ringraziamenti e allori.

Il bene che fai, non sbandierarlo. Non significa che devi nasconderlo, anzi. Significa che devi riconoscerne la fonte, ed esserne riconoscente, grato. Perché il bene sia gratuito, perché l'amore sia donato, perché ogni piccolo sacrificio non sia una rinuncia ma un modo per ritrovare Dio nella propria vita.