Pochi giorni fa abbiamo festeggiato l’Epifania. Epifania è una parola che viene dal greco, e vuol dire “manifestazione”: è la manifestazione di Dio all’umanità. All’arrivo di questa solennità, infatti, la Chiesa sottolinea che quella che viene ricordata è appunto l’Epifania del Signore, anche per evidenziare al mondo come la befana – diventata suo malgrado la protagonista di questa giornata – sia arrivata un bel po’ dopo Gesù.
Befana a parte, di questi tempi troviamo in giro un sacco di manifestazioni. Quante volte sentiamo notizie da cui veniamo a sapere che un gruppo di persone è sceso in piazza: contro quella legge, contro quella soluzione, contro quelle scelte prese. Tante volte sembra che per manifestare non serva dire le proprie idee, portare avanti i propri ideali, ma che basti criticare quello che gli altri hanno fatto. In fondo, tutte le manifestazioni che vediamo sembrano essere sintomo di una insoddisfazione. E quando ne sentiamo parlare sembra che la riuscita o meno della stessa sia basata sul numero dei partecipanti: che poi li comunichi la questura o l’organizzatore poco importa.
Importa poco anche perché la manifestazione di Gesù è un’altra cosa. È manifestazione di luce, è manifestazione di gioia, è manifestazione di bontà. È l’unica manifestazione che non nasce da insoddisfazione, dal bisogno di lamentarsi di qualcosa, ma è la manifestazione definitiva della bellezza dell’amore.
Certo, il mondo che Gesù trova al suo arrivo non è un mondo facile; ma Lui non è venuto per criticare quel mondo, per giudicarlo, ma è venuto per salvarlo. Da re (oro) e messia (incenso), è disposto a dare la sua stessa vita (mirra) per rendere la vita, di ogni persona del mondo, migliore.
La festa della scorsa settimana, porta un impegno a tutti i cristiani: quello di manifestare la vita, di manifestare la gioia. Di manifestare l’amore. 2000 anni fa è sceso in piazza il cosmo: le persone, gli animali, gli astri. Tutti radunati per testimoniare che da quel momento in poi la vita, ogni vita, poteva trovare un senso vivo, vero, profondo.
Scendiamo anche noi nelle piazze della nostra vita per dire al mondo che la vita con Gesù è una vita che non ha paragoni.