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Sai qual è il significato della campana di Natale?
Ed ecco che siamo di nuovo al 25 dicembre. Un'occasione talmente ripetitiva che forse, ormai, queste campane non le sentiamo più, non ci facciamo più caso.

di don Filippo Gorghetto

Jingle bells. È questo uno dei ritornelli che più ascoltiamo o cantiamo nel periodo di Natale. Una delle classiche canzoncine che accompagnano questo periodo da talmente tanto tempo, che quando ne sentiamo le note, sappiamo che arriva il Natale.

In realtà la canzone si riferisce ai campanelli della slitta di Babbo Natale, ma un po’ di verità questo testo comunque ce l’ha: un po’ perché effettivamente nelle canzoni natalizie uno degli strumenti più usati sono le campanelle, un po’ perché sotto le feste le campane delle varie chiese suonano un po’ di più (fanno festa!), un po’ perché nella notte di Natale attraverso uno strepitio di campanellini si annuncia durante la messa della notte di Natale il ritorno del gloria (che ci aveva lasciati all’inizio dell’avvento per un po’ di meritato riposo).

Queste campane, quindi, in giro per le strade, dovrebbero annunciare una cosa sola: l’arrivo di Gesù. E in effetti Gesù, puntualmente, ogni anno, arriva.

Ed ecco che siamo di nuovo al 25 dicembre. Un'occasione talmente ripetitiva che forse, ormai, queste campane non le sentiamo più, non ci facciamo più caso. Forse si confondono con molti altri suoni che ci propone il Natale, e non sono solo canzoni.

Forse queste campane suonano, e le sentiamo, ma il messaggio che portano facciamo finta non ci riguardi. Forse sentiamo che stanno dicendo qualcosa al nostro cuore, ma preferiamo tenerlo al calduccio delle comodità. O forse lasciamo che queste campane, che annunciano la buona notizia -Gesù-, siano messe a tacere dalle tante altre notizie di cronaca.

Allora, andando a quella mangiatoia, dove si “esegue” l’Evento che cambia la storia, dovremmo come sentire che Gesù tira una corda. Una corda legata ad una campana. E quella campana siamo noi!

Le vere campane del Natale, allora, dovremmo essere noi. Dovremmo farci sentire tra le tante campane che suonano in questi giorni, perché noi a quella grotta ci andiamo e capiamo che il “la” per la nostra vita ce lo da “Quel” bambino.

Troppe campane suonano, e così la voce della mangiatoia viene soffocata, non viene più ascoltata, fa fatica ad emergere. Quel bambino, allora, chiede a noi di essere campane.

Campane che annunciano la vera gioia. Campane che svegliano dalla mediocrità. Campane che scuotono le coscienze. Campane che fanno vibrare il cuore. Campane che suonano la vita.

Sì! Credo che questo Natale ci chieda di essere delle campane. Piccole o grandi che siano, insieme sapranno farsi sentire, e far sentire una melodia che tante persone hanno bisogno di tornare ad ascoltare.

E potrebbe capitare anche a noi che, sentendoci suonare insieme alle altre campane, ci meravigliamo dell’armonia che creiamo, e viviamo di quello stupore di Chiesa, riunita intorno al suo Dio fatto bimbo, che fa tanto bene al nostro cuore.


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