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Rompere gli schemi
di don Filippo Gorghetto Quella che precede la domenica delle palme è, a livello di vangeli, una settimana di controversie. Chi è questo che si crede Dio? La sua testimonianza non è vera! Questo bestemmia: dice di essere venuto da Dio! Il nostro padre è Abramo, e questo dice che il nostro padre è Dio...È […]

di don Filippo Gorghetto

Quella che precede la domenica delle palme è, a livello di vangeli, una settimana di controversie.

Chi è questo che si crede Dio? La sua testimonianza non è vera! Questo bestemmia: dice di essere venuto da Dio!

Il nostro padre è Abramo, e questo dice che il nostro padre è Dio...È pazzo, lapidiamolo, perché crede di essere venuto prima di Abramo.

Ci si avvicina alla Pasqua, per Gesù all'unica Pasqua (la Sua!), per i suoi "avversari" all'annuale ricordo dell'uscita dei loro antenati dall'Egitto.
E mentre Gesù sta portando a compimento la storia, sta chiamando a raccolta l'uomo per dargli il modello, i sapienti tra i giudei fanno le pulci alle parole di Gesù, come stessero correggendo i punti e le virgole, lasciando perdere la sostanza di quello che si dice; si stanno concentrando su un dettaglio, dimenticando che il disegno è un po' più grande, e che se ne apprezza la bellezza solo se lo si guarda tutto intero.
Tutto questo, perché Gesù è venuto a rompere. A rompere gli schemi.
Non gli schemi di una routine, che in base al carattere accettiamo più o meno.
Ma gli schemi del nostro rapporto con il Signore, gli schemi che tante volte ci portano a vedere Dio per convenienza, Lui di lá e io di qua, in modo che possa rompermi il meno possibile.

E quello che forse vuole indicarci non ė che schemi ha rotto e che magari noi dobbiamo seguire. No, questo ognuno lo capisce per la sua vita.
Gesù è venuto "semplicemente" a dirci che se non decidiamo ogni mattina di rompere gli schemi, ogni giornata sarà persa, sarà passata a guardare i punti e le virgole senza ricordarsi che forse c'è un testo da leggere o una storia da raccontare.
Perché quella giornata che ti vede sempre nello stesso posto, sempre con le stesse persone, non è una giornata noiosa, ma una giornata che dona, come tutte le altre, tante possibilità.
Perché quel ripetere sempre le stesse cose non è l'inutile e snervante ripetizione di un movimento, ma è l'infinita possibilità di mettere in quel "fare" un amore che è sempre nuovo e sempre rigenerante.

Accogliamo, all'inizio di questa settimana santa, l'invito di Gesù a rompere gli schemi, a non farci bastare quello che è stato il nostro cammino fino ad ora, ma a rinnovare il desiderio di metterci ancora una volta in gioco a partire dalla croce.


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