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Ritrovare l'ordine guardando la mangiatoia
di don Filippo Gorghetto SDB "Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce". Leggetela come volete, ma questo popolo che cammina nelle tenebre di cui parla Isaia ha molte somiglianze con il nostro mondo. Camminare nelle tenebre vuol dire non sapere dove si va (posto che ci sia una meta). E non […]

di don Filippo Gorghetto SDB

"Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce".

Leggetela come volete, ma questo popolo che cammina nelle tenebre di cui parla Isaia ha molte somiglianze con il nostro mondo. Camminare nelle tenebre vuol dire non sapere dove si va (posto che ci sia una meta). E non nascondiamoci che di fronte a tanti fatti del nostro mondo ci chiediamo nel cuore: "da che parte stiamo andando?".

Sembra di sentire, riferito a qualche annetto prima, quando "le tenebre ricoprivano l’abisso" (Gen 1, 2), il mondo era informe (il nostro forse è più deforme che informe...), e con l'arrivo della luce pian piano ogni cosa ha trovato il suo posto, secondo un ordine sapiente guidato con tanto amore da Dio.

Con l'arrivo di Gesù, della luce, sembra di vivere una ri-creazione, un nuovo ordine dato ad un mondo che si era smarrito, che era nelle tenebre. Quello della mangiatoia è un amore nuovo, un comandamento nuovo e definitivo. Perchè con la sua rivelazione Dio non ha più nulla da dire al mondo, ma da quel momento in poi continuerà a dire sempre la stessa cosa, e cioè che basta guardare a quella mangiatoia per capire da che parte andare, per capire come orientarsi se si è un po' smarriti, per ritrovare l'ordine se "per caso" il peccato mette sottosopra il cuore.

 

E il nuovo ordine non è così difficile: tutto fa riferimento a Gesù, tutto porta a Lui.
A Lui sono rivolti Maria e Giuseppe, la famiglia "ordinata", senza la paura del giudizio della legge dell'epoca, e che mette al centro della sua vita il frutto del loro amore.
A Lui sono rivolti i pastori, i semplici, che mettendo da parte la paura di un viaggio notturno vanno decisi verso Gesù, perchè il loro cuore sente che davvero c'è "gloria nel cielo e pace sulla terra agli uomini", e andare da Gesù è una occasione da non sprecare.
A Lui sono rivolti i Magi, che fidandosi di quello che hanno letto nelle profezie e di una stella che li guida, sentono che lì, in quel bambino, si realizza il loro desiderio di essere davvero sapienti.
A Lui è rivolto Erode, morbosamente desideroso di sapere dov'è, perchè non avendo capito chi è realmente nato ha paura che quella stravolgente regalitá metta in discussione la sua (e peccato, davvero: magari gli avrebbe insegnato ad essere re...); anche gli occhi di Erode sono fissi, a distanza, su Gesù.
A Lui è rivolto il creato: è tenero pensare (anche se i vangeli onestamente non lo dicono) che anche le pecore, seguendo i pastori, abbiano sentito il richiamo del loro Creatore, del loro Pastore; come se anche il creato avesse ritrovato il suo ordine.

 

È un ordine nuovo, allora, quello che vorrebbe Gesù. E tutto è ordinato a Lui. I vicini, i distanti, e quelli che vorrebbero addirittura che non ci fosse.

Questo è davvero Natale: che il mondo sappia trovare e ri-trovare armonia, che il mondo mettendosi all'ascolto di Gesù conosca di avere la possibilitá di seguire quell'ordine che con Gesù, ormai, non è più nascosto a nessuno.
Neppure ad Erode, e neppure alle pecore.


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