Dal Vangelo di Giovanni (1, 6-8)
Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Questi venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui; egli non era la luce, ma fu mandato per rendere testimonianza della luce.
“Spero di riuscire a realizzare la mia missione di “Infiltrato” tra i giovani, parlando loro di Dio, illuminato proprio da Lui; osservo chi mi sta intorno per entrare tra loro silenzioso come un virus e contagiarli di una malattia senza cura, l’Amore” (Servo di Dio Matteo Farina)
Matteo era un ragazzo molto attento ai suoi amici e compagni di classe: aveva paura che prendessero brutte strade, e per questo cercava di prendersi cura di loro testimoniando ogni giorno l’amore di Cristo, con le parole e con i fatti. Il rischio che spesso corriamo, come cristiani, è quello di vergognarci di parlare di Dio alle persone che incontriamo. O, addirittura, di pensare di essere noi stessi la luce.
Come Giovanni il Battista, ciascuno di noi è inviato a rendere testimonianza della Luce, semplicemente riflettendola e indicandola alle tante persone che cercano senso e amore per la loro vita.
Mi chiedo: Come vivo il mio essere cristiano nella mia parrocchia e nel mio quotidiano? So mettere da parte il protagonismo per fare spazio alla Luce vera di Dio e testimoniarla?
Un impegno concreto: Oggi accendi una candela o un lumino e mettilo davanti al presepe. Impegnati ad attingere ogni giorno alla Luce di Cristo che nasce nella tua vita, per portare speranza e amore a chi incontrerai.