Signore,
insegnami a non parlare come un bronzo risonante
o un cembalo squillante, ma con amore.
Rendimi capace di comprendere e dammi la fede che muove le montagne,
ma con l’amore.
Insegnami quell’amore che è sempre paziente e sempre gentile;
mai geloso, presuntuoso, egoista o permaloso;
l’amore che prova gioia nella verità,
sempre pronto a perdonare, a credere, a sperare e a sopportare.
Infine, quando tutte le cose finite si dissolveranno e tutto sarà chiaro,
che io possa essere stato il debole ma costante riflesso del tuo amore perfetto.
Amen.
Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei.
Maria ci insegna che l’amore si nutre dell’umiltà. Non è perché siamo migliori che il Signore ci sceglie, ma perché vuole chiederci di servirlo con tutta la nostra vita, in una gioia umile che non è sottomissione ma gratitudine. Maria riconosce la bellezza che Dio le sta donando, e per ringraziarlo non può fare altro che donare tutto l’amore di cui è capace. Così anche noi, facciamo piccolo il nostro ego, perché in noi prenda spazio sempre di più l’Amore di Dio.
E tu… riconosci che proprio nella tua piccolezza abbonda la grazia di Dio?
Insegnami l’umiltà, Signore…