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Permettiamo a Dio di abitare la nostra vita!
Il Vangelo di questa domenica è un chiaro invito ad aver fede...non bisogna girarci tanto attorno: Giuseppe ha ricevuto una indicazione, nel sonno tra l'altro, e ci ha creduto immediatamente, totalmente... Ma c'è anche qualcos'altro! Non so se possa essere così, ma immagino che per Giuseppe sia stato un grosso problema quello che gli altri […]

Il Vangelo di questa domenica è un chiaro invito ad aver fede...non bisogna girarci tanto attorno: Giuseppe ha ricevuto una indicazione, nel sonno tra l'altro, e ci ha creduto immediatamente, totalmente... Ma c'è anche qualcos'altro!

Non so se possa essere così, ma immagino che per Giuseppe sia stato un grosso problema quello che gli altri avrebbero potuto pensare di lui. Che figura avrebbe fatto davanti agli altri? Come avrebbero potuto guardarlo da adesso in poi? Chissà se avrebbe ancora avuto clienti, per il suo lavoro. Chissà che voci sarebbero girate sul suo conto, adesso che si pensava che avesse una fidanzata infedele.
Chissà che cosa si sarebbe detto di lui, che avrebbe dovuto crescere un bambino non suo...

Chissà se gli pesava l'opinione degli altri, e quante volte i suoi amici gli avranno detto "non devi preoccuparti di quello che pensano gli altri!", vero?

Tutti noi sappiamo che non dobbiamo preoccuparci di quello che pensano gli altri, ma in realtà è uno dei pesi maggiori che gravano sul nostro cuore... visto che a noi capita spesso, si sarà detto anche lui, almeno una volta "sono sfigato!".

E questa cosa accade soprattutto quando facciamo qualche brutta figura, che abbatte l'orgoglio che ci teniamo dentro, quel desiderio di essere bravi e stimabili davanti agli occhi di tutti, e invece accade che dentro la nostra testa ci sia la frase ricorrente che dice "sono sfigato"!

Non so voi, ma io ho una naturale propensione per le brutte figure, non riesco proprio a starne lontano! Una delle ultime è stata proprio martedì, ma avrei un elenco infinito da raccontare, anche di peggiori...

Insomma, martedì sera c'era la veglia per tutti i giovani della diocesi di Padova. C'erano circa tremila ragazzi, un gran numero di preti, e il giovane sacerdote che ha organizzato tutto, a motivo della nostra amicizia mi ha chiesto un favore: quando sarebbe arrivato il momento in cui ognuno doveva accendere una candela, io mi sarei dovuto alzare subito in modo da incitare i ragazzi a compiere questo gesto.

Allora, tutto teso, per non lasciar passare troppo tempo, appena sento la parola "accenderemo" mi alzo e mi avvio a prendere 'ste candele...senza considerare che il primo ad accendere la sua candela, in realtà, doveva essere il vescovo! Immaginate l'imbarazzo bruciante di chi sta in piedi impalato con una candela in mano, sapendo che altri 2999 ragazzi stanno vedendo il mio gesto fuori tempo, e immaginando che il vescovo stia pensando che questo prete appena ordinato ha troppa fretta e che il mio povero amico che mi ha chiesto un favore stia pensando di aver fatto proprio male a riporre la sua fiducia in me... L'esito di tutto questo è una frase: "sono sfigato"!

Eppure, questa è una grazie enorme. Una delle più grandi grazie che possiamo desiderare.

E lo è per ben tre motivi:

  • Per prima cosa, fa in modo che l'immagine che abbiamo di noi stessi sia un po' reale, e che non ci riteniamo
    "superman". Nella realtà siamo fragili mortali che sbagliano. Senza dubbio.
  • Secondo, quando non ci sentiamo "superman" allora ci sentiamo semplicemente "man", ed è l'unico modo che abbiamo per accorgerci che da soli non siamo eterni, onnipotenti, miracolosi...Insomma, se siamo semplici esseri umani abbiamo bisogno di Dio. Non possiamo gestire in tutto, in ogni virgola, la nostra vita. Siamo nelle mani di Dio. E il nostro ego deve mettersela via.San Francesco, che tutti conosciamo, ha passato la vita vestito con un  sacco apposta per far in modo che nessuno potesse pensare bene di lui. Sant'Ignazio di Loyola chiedeva l'elemosina perché il suo ego stratosferico venisse appianato dall'umiltà.
  • E qui c'è il terzo beneficio (e il più bello): quando facciamo qualcosa che ci fa arrossire e che ci fa credere che gli altri possano non stimarci, cerchiamo subito qualcuno che ci faccia comprendere che sotto sotto non siamo così sfigati come ci sentiamo in quel momento, cerchiamo sempre qualcuno che ci apprezzi per quello che siamo.Questo è il momento giusto per riferirsi a Dio, l'unico che ci ama infinitamente, specialmente quando il nostro orgoglio è ferito.    

 

Dopo tutto questo percorso, possiamo tornare al punto di partenza: la fede di Giuseppe. Giuseppe non è soltanto
uno che si è fidato di Dio, ma è semplicemente uno che ha anteposto Dio al suo ego, all'immagine che voleva dare di sé agli altri. Ha trovato in Dio la sua consolazione e ha lasciato il volante della sua vita a Dio, solo a Dio, che è molto più di un superman, è Dio...

Il nostro percorso di avvento giunge quasi al termine, ed è un lungo affinare la capacità di permettere a Dio di
abitare la nostra vita, di abitare i nostri pensieri e di permettergli di essere davvero il Dio della nostra vita.


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